Arc Gallery nell’ambito di “ArTè con l’autore. Conversazioni intorno ad un libro e ad una tazza di tè”, iniziativa culturale promossa per promuovere le letture d’arte, ha i piacere di ospitare sabato 1 dicembre alle 17.00 Alice Zannoni autrice de “L’arte contemporanea spiegata a mia nonna” (NfcEdizioni), il caso editoriale che sta riscuotendo un grande consenso tra il pubblico e che sta solleticando la curiosità anche dei più avversi all’arte contemporanea.L’autrice racconterà l’avventura intrapresa con nonna Zita negli spazi espositivi della galleria dove sarà già visibile in anteprima la mostra “Il Bianco e il Nero” che sarà inaugurata ufficialmente inaugura il giorno successivo.
L’ingrediente del successo di questo progetto è l’idea stessa che ha avuto Alice Zannoni – spiegare l’arte contemporanea alla nonna novantunenne – sviluppandola con un approccio linguistico semplice e con stratagemmi metaforici che consentono anche al lettore meno preparato di poter comprendere i meccanismi dell’arte. A cominciare dal titolo – forte, semplice e chiaro – il racconto si snoda in un avvincente dialogo tra Alice e la nonna Zita che, strutturato alternando momenti di arte e di vita, porta il lettore a vivere una dimensione intima e familiare pur trattando le pagine argomenti piuttosto impegnativi. Ed è proprio l’equilibrio tra il carattere divulgativo e note specialistiche che rendono questo libro adatto ad un amplio pubblico di lettori; non si tratta di un manuale di storia dell’arte, né di un testo teorico, né di un saggio di estetica, piuttosto di un “kit di pronto intervento” per coloro che di arte non sanno nulla, un libro per dare una risposta non tanto a “che cosa è arte” ma al quesito “perché alcune cose sono arte”.
“Devo tornare indietro per andare avanti – dice l’autrice – questo libro non può che partire da casa di mia nonna e non solo perché l’interlocutore è mia nonna, ma perché il senso di questa operazione si può apostrofare come “rivoluzione”. Trovo sia una rivoluzione trasmettere il sapere e acquisire conoscenza e, in fondo, l’appellativo di rivoluzione, se preso in prestito dalla scienza, funziona perfettamente. Revolutio è il giro che compie il pianeta sull’orbita trovandosi poi al punto di partenza per ricominciare. è un andare avanti tornando indietro per legittimare un altro giro che è il futuro. L’arte ha un carattere rivoluzionario, l’arte è un modo di sapere e il sapere è sempre una rivoluzione”.