Nella sua continua ricerca artistica fra nuove tecniche e materiali, Daniela Forcella presenta l’evoluzione della serie Pop Hearts & More. Iniziata qualche anno fa, la serie dei cuori è articolata in diverse varianti di colori e dimensioni. La resina, di cui sono composti i cuori, è declinata in infinite combinazioni e sfumature cromatiche con incursioni di pagliuzze dorate che ne esaltano la trasparenza e la lucentezza. La struttura portante su cui poggiano i singoli cuori o le composizioni più grandi è costituita da semplici molle di materasso utilizzate così come sono per non perdere la caratteristica di elasticità che conferisce movimento al cuore di resina. Molla + cuore forse per lanciare il messaggio alla persona amata: ti dono il mio cuore, ma non mollarmi!
Daniela Forcella ha fatto del cuore il fulcro centrale del suo lavoro, fino a farlo diventare emblema della sua arte. Definita “regina di cuori” dal critico americano Alan Jones che così commenta il suo approccio artistico: “Daniela Forcella possiede molte caratteristiche comuni alla natura iconica pop del lavoro di Andy Warhol. L’ iconografia forcelliana si sforza di realizzare un istante della “banca iconica” della nostra memoria; l’indagine che l’artista esegue è per ideare un formulario universalmente leggibile”.
Il cuore ritorna ancora nella serie Cartografie, presentata durante la scorsa edizione della Biennale d’Arte di Venezia, dove la forma del cuore diventa la traccia di un percorso personale e dove il cuore è interpretato come sede della memoria. Ogni opera è una cartografia compilata nelle molteplici curve di livello che fissano ogni evento tragico o felice di una vita, lasciando una traccia indelebile nella memoria e scavando solchi più o meno profondi nell’anima. Il viaggiatore dell’anima è rappresentato da un omino rosso con la valigia nell’intento di intraprendere il suo viaggio terreno cercando la sua strada tra i rilievi e gli avvallamenti della superficie dell’opera. Ad aiutarlo a trovare la strada, interviene un fascio di luce nera (black light) posizionato all’esterno dell’opera con un sorprendente effetto scenografico.