Massimo Barlettani (Volterra, 1956) ha scelto un tema apparentemente semplice per fare arte: il fiore. Eppure ciò che sorprende sta proprio nel fatto che i fiori che dipinge sulla tela non sono per nulla semplici, né tanto meno reali ma sono comunque fiori vivi.
Già al primo sguardo l’occhio dell’osservatore, cercando di indagare nelle forme sfumate e nei colori evanescenti, intuisce che c’è qualcosa di più. Dietro a petali e corolle che vagano in uno spazio indefinito sospinti da un soffio di vento immaginario, oltre ai colori a volte accesi altre volte delicati che si dissolvono uno nell’altro, si percepisce un “profumo” che non è solo floreale.
E’ il profumo della vita, o forse il senso della vita stessa, con la sua circolarità di nascita, crescita, morte. Questi fiori, all’apparenza così delicati, ci trasmettono messaggi apparentemente contrastanti di forza e di fragilità, di eterno e di effimero, di gioia ma anche di malinconia. Ma non sono nature morte, sono fiori vivi, colti in un momento della loro seppur breve esistenza. Questi fiori riescono ad essere un “caos calmo”. Così come la vita.